Comunicare le organizzazioni socialmente innovative: una scelta strategica

di Salima Scipioni

“Non si può non comunicare” è il primo degli assiomi della comunicazione, definito nell’ormai lontano 1967 dal famoso psicologo Paul Watzlawick e altri esponenti della Scuola di Palo Alto, in quello che è il principale volume di riferimento nel mondo della comunicazione interpersonale, la “Pragmatica della comunicazione umana”.
Ma come vale nelle relazioni umane, ben sappiamo che lo stesso principio vale anche per le organizzazioni: qualsiasi tipo di impresa, oggi, non può esimersi dal comunicare la propria identità, mission, azioni e obiettivi, ma anche di comunicare in
modo efficace, impostando una strategia di comunicazione relazionale con i propri stakeholder.
In tutta la sua complessità, la realtà ci pone infatti di fronte a un continuo proliferare di messaggi, di canali e di contenuti difficili da verificare e da interpretare, una sorta di continuum informativo in cui i nostri interlocutori sono immersi e a volte sommersi. L'evoluzione del mondo digitale, in particolare, ha contribuito in maniera preponderante alla generazione di un nuovo approccio all’attività di comunicazione da parte di aziende e organizzazioni, riconoscendo nell’interazione con il
consumatore, cliente o utente l’inevitabile punto di partenza per la definizione di qualsiasi tipo di strategia comunicativa.
E allora come occorre agire? Per un’impresa socialmente innovativa, il primo passo deve essere la definizione di un piano strategico di comunicazione relazionale, in cui sia chiaro con chi occorre comunicare, con che tono, quale narrazione proporre, con quali strumenti e, soprattutto con quali obiettivi, identificando i risultati (misurabili) che si intendono raggiungere a più livelli con i diversi utenti di riferimento (grande pubblico, stakeholder, collaboratori, volontari, opinion leader etc.), relativamente a tempistiche chiare e coerenti con lo sviluppo del business dell’organizzazione.
Nel nostro modulo approfondiremo tutti questi aspetti, riconoscendo nella comunicazione un ruolo strategico fortemente permeato nella governance dell’impresa, fondamentale per determinare o meno il vissuto e lo sviluppo dell’organizzazione stessa.